sabato 30 marzo 2013

Non abbandonate i vostri post :(

Coccolate le parole che popolano i vostri blog, accettate 3 consigli da una blogger pentita

 







Non penserete mica che mettendo il punto di chiusura abbiate finito con il vostro post?
Esistono almeno altre tre cose da fare per assicurare la giusta attenzione alla vostre parole on line. 

1. Curatene la forma
La forma della scrittura on line acquista un'importanza pari, quasi, al contenuto, curarla significa prestare attenzione a due aspetti. Primo, che la lettura su schermo stanca maggiormente rispetto a quella su carta; secondo, che sul web esistono interi mondi da scoprire ad un solo clic di distanza dal vostro blog. Quindi uno degli aspetti maggiromente apprezzati da chi naviga è la possibilità di capire immediatamente di cosa si sta parlando e di cosa si parlerà seguendo un link piuttosto che un altro.
Ecco alcuni semplici accorgimenti per regalare alle vostre parole lettori più soddisfatti e rilassati.
  • Dividete il testo in paragrafi distinti e intervallati dai giusti spazi
  • Evidenziate con il grassetto i passaggi più significativi, senza abusarne
  • Usate elenchi puntati per schematizzare meglio i concetti esposti
  • Inserite link appropriati
  • Accostate almeno un'immagine pertinente, renderà il testo più attraente
  • In fase di costruzione del vostro blog mediate fra l'esigenza di effetto scenico e facilità di lettura, naturalmente questo dipende dal tipo di blog, ma vale sempre la pena prestare attenzione alla leggibilità. Quindi occhio ai font usati (meglio gli universali arial, verdana, helvetica), ai colori del testo e agli sfondi (dove il top resta il classico nero su fondo bianco).

2. Fatele trovare
dai lettori che sono, o che potrebbero essere, interessati a quello che le vostre parole comunicano. Questo significa non solo scrivere strizzando l'occhio ai comandamenti di Google e compagnia bella, ma anche semplicemente inserire i giusti tag al vostro testo. Le etichette sono parole chiave associate al contenuto a cui si applicano, sono estremamente utili per catalogare e trovare un testo a seconda, non solo dell'argomento trattato, ma anche da quale angolazione viene trattato.
     
3. Rendetele social
Una delle cose che ho imparato a Yummy Writing è che il blog non può più essere inteso come un qualcosa di verticale e preconfezionato dall'autore per il proprio pubblico. Un blog 2.0 è un luogo di incontro e di scambio, di condivisione e co-creazione, in cui l'autore diventa curatore di dialoghi e contenuti di valore, costruiti insieme alla community di riferimento. Non siate timidi dunque, diffondete in rete il vostro post, disseminando link attraverso i social network a disposizione. Condividete, invitate al confronto, discutete, monitorate e avrete gli spunti giusti per il prossimo post!

Si lo so, lo so, in questo blog si predica bene e spesso si razzola male.
Prometto che cercherò di aderire a questi e ad altri consigli per rendervi lettori sempre più soddisfatti e rilassati ;) 

Buona Pasqua.   

martedì 26 marzo 2013

Vita 2.0

Nonostante Futurap, durante Yummy Writing, mi abbia sconsigliato di utilizzare il termine 2.0 per riferirmi al nuovo modo di fare e vivere il web (dinamiche così rapide e imprevedibili mal si addicono a definizioni da manuale!), per comodità voglio usarlo, e voglio raccontarvi come i due assi cartesiani che incorniciano la nostra esistenza siano cambiati con lo sviluppo del 2.0. Fra le considerazioni fatte durante una delle ultime lezioni del corso La Mucca Viola, quelle su Spazio e Tempo 2.0, infatti, mi sono rimaste particolarmente a cuore.

Nell'era in cui Prof. Google da voti al tuo modo di scrivere e Twitter è il primo luogo in cui rifugiarsi dopo una scossa di terremoto, il web getta le basi di un nuovo modo di essere e di vivere in società. Cambia radicalmente il modo di cercare lavoro e di vivere le relazioni, di fare acquisti e progettare viaggi. Cambia la militanza politica e la produzione dell'informazione, cambia il modo di vivere gli eventi e di condividere le passioni.   

Si delinea dunque un nuovo modello sociale di riferimento, guidato dalla logica dell'immediatezza e dell'onnipresenza, in cui tempi e distanze si riducono, fra nonni che giocano con nipoti a centinaia, migliaia di kilometri di distanza, e divani virtuali che ospitano chiacchiere e commenti di mezza nazione davanti alla TV. 

Spazio e tempo si accorciano, fino quasi ad annullarsi in un flusso indistinto capace di amplificare immensamente le possibilità, per esempio permettendo alle donne pendolari divise fra lavoro, formazione e famiglia di trovare un benedetto equilibrio più facilmente rispetto alle loro madri. Ma vediamo il risvolto della medaglia. Il web 2.0, soprattutto con l'avvento e la diffusione del mobile web, conduce ad una onnipresenza, ad un presidio continuo, talvolta patologico, della rete, delle relazioni e del mondo di attività che in rete possono essere fatte, scardinando qualsivoglia distinzione fra momenti spazio-tempo differenti, e sviluppando una nuova dimensione di vita in cui parlare di equilibrio significherà anche elaborare nuove regole e confini.

sabato 16 febbraio 2013

Appunti di viaggio: UF3 colpita e affondata!

Un appunto veloce veloce, ma doveroso, ho trascurato fin troppo le chiacchiere di giocoleria quotidiana, rimanendo addirittura bloccata ai consigli natalizi, orrore...dimenticarsi di aggiornare il proprio sito...e soprattutto restar bloccata su un post così stagionale. Due parole veloci veloci perché fra mezz'ora dovrei essere ad una cena di compleanno a sorpresa all'altro capo della città e devo ancora asciugare i tre kili di capelli che mi ritrovo, oltre a scegliere l'outfit (quanto fa figo dire outfit?!!) per la serata, che dubito durerà molto, viste le fatiche della settimana appena trascorsa.

Oggi seconda verifica dedicata al marketing strategico e al mondo digitale, nonostante tutto è andata. Lo studio e il lavoro insieme mettono a dura prova, se sei pendolare, se ti devi reinventare un metodo di studio e soprattutto se nel frattempo hai deciso di sposarti! In queste settimane però ho imparato diverse cose che approfondirò, almeno in parte, appena possibile, ho imparato che una giocoliera riesce a ripassare appunti fra un semaforo e l'altro e a progettare una presentazione con prezi mentre fa metano. Ho imparato che esistono strumenti in grado di facilitare lo studio e migliorare le modalità di apprendimento in situazioni di "impegno borderline". Ho imparato una frase che mi piace: "vola solo chi osa farlo" (Luis Sepùlveda). Ci proveremo!

Chiudo ringraziando i miei compagni di sventure, mucche siamo davvero belli!

Sono in ritardo abissale. Ciao.    

venerdì 7 dicembre 2012

Questo Natale regalate orizzonti primaverili

Nulla di più azzeccato per un Natale minacciato nientepopodimenochè dalla fine del mondo, che a quanto pare dovrebbe cadere proprio l'ultimo giorno prima delle ferie natalizie, che sventura! Un Natale minacciato anche e soprattutto da ingiustizie e governi che hanno dato il peggio di sè, da rincari e disoccupazione, da frenesia e consumismo. Quello che si profila non è propriamente un Natale scintillante, tuttavia potrebbe essere una buona occasione per cambiare punto di vista, ad esempio vedere la crisi in termini di diminuzione forzata dell'inquinamento (anche se poi non è tutt'oro quel che luccica); valutare il PIL come criterio non adeguato, o comunque limitato, di misurazione del benessere di un popolo; modificare il paradigma che vede il consumo (e non l'uomo ed il suo ambiente) al centro del mondo, ma cominciamo dalle piccole cose. 

Regalare orizzonti primaverili a Natale è cosa molto semplice ed economica, occorrono meno di 5 euro e meno di 5 minuti. Comprate 1 o più bulbi di Tulipano (0,50 cent. l'uno), o se preferite di giacinti, o narcisi, o crochi, prendete un vaso profondo 30 cm o un recipiente che possa essere usato come tale. Pensate innanzitutto al drenaggio perchè le bulbose temono i ristagni, quindi se scegliete un recipiente "alternativo" come il mio barattolone di latta da conserva, praticate dei fori sul fondo con il trapano, quindi versatevi uno strato di argilla espansa, o piccole pietre. Dopodiché versate il terriccio universale misto a terra sabbiosa e arrivate ad una decina di centimetri dal bordo del vaso, posizionate i bulbi con l'apice verso l'alto, ricoprite di terra, annaffiate e il gioco è fatto. Decorate il vaso a piacimento e non dimenticate di scrivere le istruzioni d'uso da consegnare all'affidatario dei tulipani che verranno: conservare all'aperto perchè sentano il freddo, possibilmente in un posto soleggiato e al riparo dal vento, innaffiare prima e dopo la fioritura e quando le foglie ingialliranno estirpare i bulbi e conservare sino al nuovo impianto autunnale. Fino ad allora, aspettare.  

Regalando bulbi regalerete pazienza, capacità di cura e di osservazione, forza d'animo, senso del tempo e speranza nel futuro, per citare solo alcuni degli effetti collegati all'arte del giardinaggio, almeno a detta di Serena Dandini, che nel suo "Dai diamanti non nasce niente - storia di vita e di giardini" racconta di come negli Stati Uniti la totale mancanza di prospettiva, il vuoto di senso e di futuro dei veterani di guerra vengano curati con successo attraverso l'attività giardiniera, capace meglio di qualsiasi altra medicina di attivare un senso di speranza in chi la pratica. Regalando bulbi allora forse contribuiremo a curare anche noi reduci degli anni ottanta, trentenni non ancora veterani di una guerra occupazionale, economica, politica, culturale, ma spesso già segnati dagli stessi sintomi dei reduci statunitensi.                       

venerdì 23 novembre 2012

Cenerentole & Carrozze - spunti radiofonici

Cenerentola
Zezzolla di Basile e la Cenerentola araba Salima -  Parole d'autore















Nel mio primo post avrei potuto parlare di un sacco di cose, ad esempio del fatto che finalmente sono riuscita ad attrezzarmi per l'inverno, con tanto di gomme da neve e scrosta-brina guantato, oppure lamentarmi di quanto siano odiosi e arroganti quelli che sfanalano a 1 km di distanza mentre è evidente che sei in fase di sorpasso e non puoi fare altro che continuare a sfrecciare alla decorosa andatura di 130 km orari o, meglio ancora, spalmarti sul guardrail per lasciare spazio quasi sempre a suv bianchi o a golf...guidatori impossessati dalla spocchia delle loro stesse auto...maledizione! Niente di tutto ciò, voglio cominciare con uno spunto che mi è arrivato via radio.

Una decina di giorni orsono, nel mio zapping radiofonico sulla via di casa, incappo felicemente in una delle trasmissioni che più apprezzo, si chiama Caterpillar, va in onda su Radio Due dalle 18:00 alle 19:30, mi piace la selezione musicale, mi strapiace “Torna a casa Lessico”, l’appuntamento settimanale con Valeria Della Valle, docente di Linguistica Italiana alla Sapienza di Roma, e trovo molto utili e foriere di spunti alcune interviste che riesco a cogliere fra un semaforo e una rotonda.

Una di queste è la chiacchierata con Monika Wozniak, docente di studi europei americani e interculturali alla Sapienza di Roma, che ha presentato “Mille e una Cenerentola”, una mostra (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - 9 novembre/31 gennaio) e un convegno internazionale (Cenerentola come testo culturale - 8/10 novembre) dedicati a questa fiaba di cui conoscevo solo la versione disneyana e che invece conta innumerevoli versioni. Sembrerebbe esistere una Cenerentola Sovietica operaia che sposa il direttore di fabbrica (riferimenti pressoché introvabili in rete); una Cenerentola (Zezzolla, la Gatta Cenerentola di Basile) che uccide la prima matrigna rompendole l’osso del collo; una Cenerentola araba che si chiama Salima e che per il ballo si decora la pelle con l’henna; una Cenerentola brasiliana che al posto della zucca viene portata al ballo da una carrozza-banana… un vero e proprio mondo di Cenerentole sommerso!

Oltre alla curiosità di scoprire variazioni e peculiarità (un’operaia, una banana!!!), è molto affascinante leggere ogni racconto come specchio degli intenti simbolici della realtà socio-culturale di riferimento, non a caso, racconta Wozniak, la cenerentola disneyana, dolce, remissiva, in grado di trovare un riscatto sociale e personale nel matrimonio con un uomo bello, ricco e potente, parlava alle donne statunitensi degli anni Cinquanta, che dopo la Seconda Guerra Mondiale facevano fatica a tornare alla 'onca (ai compiti domestici N.d.A.) dopo aver preso in mano l'economia di un intero Paese, mentre gli uomini erano a far la guerra. Questa stessa Cenerentola parla e ha parlato per anni alle donne di tutto il mondo investito dall'imperialismo della cultura statunitense, sommergendo le vena ribelle e aggressiva della Zezzolla di Basile, piuttosto che il lavoro come forma di realizzazione della Cenerentola Sovietica.

Cenerentola pendolare
Cenerentola pendolare - Crossley 1920
Una bella sezione del blog dedicato a questa mostra, che spero di vedere e di ri-raccontare, raccoglie gli usi e le deformazioni che i pubblicitari hanno fatto di Cenerentola dagli anni Cinquanta ad oggi, prendendo la realtà circostante, i desiderata, nonché naturalmente i brief dei committenti, e contribuendo alla costruzione e al cambiamento della figura femminile impersonata da Cenerentola, con inevitabili ricadute sulla realtà della donna. Si guardi ad esempio la differenza, un po' scontata, ma comunque impressionante fra il carattere, le aspirazioni ed il ruolo della Cenerentola nello spot del detersivo Bab-O del 1952 e carattere, aspirazioni e ruolo della Cenerentola 2010 nello spot ghd - prodotti per capelli, in cui la cosa che mi ha fatto più ridere è il ciuffo emo del principe snobbato! Tra l'altro fra le varie rappresentazioni ne ho trovata anche una che fa al caso mio, la Cenerentola pendolare ;)!